IL PERCORSO

La rete di piste ciclo-pedonali

Il percorso di Corona Verde Stura si articola lungo la sponda destra del Torrente Stura, nel tratto compreso tra Cafasse e Robassomero, e lungo la sponda sinistra, da Mathi a Ciriè, per un totale di 26 km, parzialmente ripartiti su fondo sterrato ed asfaltato.

La genesi del tracciato è di natura ibrida, coinvolgendo in parte percorsi già esistenti, opportunamente riqualificati, e nuove connessioni utili a risolvere quegli elementi di discontinuità che rendevano latenti le potenzialità degli itinerari.
Nell’ottica di garantire sicurezza e facilità logistica alle piste ciclo-pedonali di Corona Verde Stura, sono state individuate delle derivazioni verso i centri cittadini.

Corona Verde Stura è un’esperienza di scoperta, che non si limita al percorrimento del percorso ufficiale. Lo scenario fluviale offre la possibilità di esplorare numerose derivazioni, alcune delle quali sono già in previsione di recupero nell’ambito dei futuri step legati all’iniziativa generale di Corona Verde. E’ il caso di una serie di tratti collocati in forte prossimità rispetto al letto del Torrente Stura di Lanzo.

  • LA NATURA

    Un’occasione unica per vivere un’esperienza a diretto contatto con il verde della fascia fluviale, per apprezzarne i caratteri di biodiversità, nel rispetto e nella tutela per l’ambiente di luoghi soggetti a tutela naturalistica. L’Area Contigua della Stura di Lanzo è infatti un Sito di Importanza Comunitaria (Rete Natura 2000).

  • LA CULTURA

    Le piste ciclopedonali consentono di raggiungere alcuni importanti punti di interesse, quali il sito paleontologico della Foresta Fossile, il Sentiero delle Fontane e il Santuario di San Vito.

  • LO SPORT

    Arena naturale per la pratica molte discipline sportive, il percorso di Corona Verde Stura offre ad atleti ed amatori la possibilità di allenarsi e divertirsi in sicurezza. Nel tratto compreso tra Nole e Villanova Canavese è stata posizionata una nuova area fitness con attrezzi all’avanguardia, provenienti dagli Stati Uniti.

  • I SERVIZI E L’ACCOGLIENZA

    Il percorso si articola a breve distanza dai centri cittadini, cui è connesso da diverse diramazioni di accesso. A breve distanza dalle piste ciclo-pedonali sono disponibili tutti i servizi necessari per organizzare le proprie escursioni.

L’AREA CONTIGUA STURA DI LANZO

L’Area contigua della Stura di Lanzo è stata istituita sul territorio della ex Zona di Salvaguardia della Stura di Lanzo dalla legge regionale n. 19 del 29/6/2009: “Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità”.
L’area fa parte della rete ecologica europea denominata Natura 2000, in quanto Sito di Importanza Comunitaria per l’interesse dell’ambiente fluviale ben conservato negli aspetti vegetazionali e faunistici, per la presenza del geosito della foresta fossile e per l’entità botanica Carex hartmanii.
La contiguità territoriale fra l’area protetta del Ponte del Diavolo, la fascia fluviale lungo la Stura e il Parco La Mandria garantisce un corridoio ecologico che segue il corso d’acqua a tutela della diversità di habitat forestali, di greto e acquatici, in cui trovano condizioni di vita ottimali numerosissime specie.

(credits www.parchireali.gov.it)

PUNTI DI INTERESSE

Le principali attrazioni lungo il percorso

LA FORESTA FOSSILE

Collocata tra Nole e Ciriè, la Foresta Fossile rappresenta una delle più importanti testimonianze paleontologiche della nostra Regione.

Inserita nel circuito delle aree protette dell’Ente di Gestione del Parco Regionale La Mandria e dei Parchi e delle Riserve Naturali delle Valli di Lanzo, la Foresta Fossile è un’antica comunità vegetale, cresciuta in am­biente palustre, già oggetto di approfonditi studi condotti da un team interdisciplinare che ha coinvolto diverse istituzioni di ricerca, tra cui il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Torino.

Per approfondire:

IL SANTUARIO DI SAN VITO

Il santuario di San Vito Martire in Nole è sorto attorno ad un’edicola votiva campestre costruita a poca distanza dal torrente Stura e a circa un chilometro dal capoluogo. Non sappiamo quando e perché fu edificato il pilone di San Vito, ma esso fu ben presto considerato punto di riferimento religioso per i presunti fatti miracolosi qui verificatisi: “strepitose guarigioni, tra cui si narra di uno storpio guarito istantaneamente che vi lasciò le grucce”.

Il santo martire divenne così in breve tempo caro ai Nolesi, che in suo onore edificarono una piccola cappella la cui parete di fondo inglobò il pilone originario. A testimonianza della partecipazione popolare e al fermento legato alle sorti del santuario, le fonti storiche rivelano come la “Municipalità” intervenne direttamente ed a proprie spese per ampliare ulteriormente la cappella: i lavori, durati ben tredici anni, furono eseguiti tra il 1638 e il 1651.

I numerosi “miracoli” ottenuti per l’intercessione di San Vito furono documentati fin dall’origine con dipinti ex-voto su tavolette di legno; il primo di cui ci sia giunta notizia portava la data del 1593. Essi trovarono posto prima nella cappella e più tardi nella piccola sacrestia, costruita nel 1699.

Intanto, la popolarità di San Vito a Nole continuava a crescere.

Il secolo XVIII vide un fiorire di iniziative: l’ampliamento progressivo sia del santuario che della casa del romito, oltre alla costruzione del campanile.

Oltre alle parti edificate, vanno annoverati i numerosi abbellimenti e gli acquisti degli arredi dedicati alla liturgia. Tra le opere principali, vennero innalzati i due altari laterali, dedicati ai Santi Giuseppe e Vincenzo Ferreri (1702) e alla Vergine d’Oropa (1711).

I lavori proseguirono ancora nei primi anni dell’Ottocento. Il numero crescente di quadri votivi (se ne conservano quasi cinquecento) costrinse ad ampliare la cappella specificatamente destinata ad accoglierli.

La sacrestia, così come la ritroviamo oggi, è anch’essa opera ottocentesca, così come il porticato, costruito per offrire un ricovero ai pellegrini in caso di maltempo, dato che nei pressi non c’erano altri luoghi per ripararsi. Nell’anno 1819 la cappella fu completata così come la si vede oggi, nella sua struttura definitiva.

(credits – Abbadia di San Vito)

Per approfondire:

IL SENTIERO DELLE FONTANE

Nato quale percorso che si snoda attraverso una serie di punti tappa finalizzati a porre l’attenzione su un patrimonio di biodiversità ricco e variegato, il Sentiero delle Fontane prende il nome dalle caratteristiche risorgive d’acqua. Innumerevoli le specie animali e vegetali presenti, tra cui spicca la Matteuccia Struptiopterix: una rarissima varietà di felce, il cui nome deriva dalle foglie, che richiamano la figura delle piume dello struzzo.

Tra le presenze antropiche, va segnalato il grosso pilone di sostegno di una pianca, passerella lignea utilizzata in passato per attraversare lo Stura e raggiungere il capoluogo nolese. Nella stessa zona sorgeva anche lo storico “Porto di Nolle“.

Il Sentiero delle Fontane è un’area protetta integrata nel SIC Stura di Lanzo (Rete Ecologica Europea Natura 2000).

Sempre in località Grange di Nole, presso la località Maddaleno, è possibile addentrarsi nel Bosco dei Roveri, in cui è tuttora conservata la Fontana dei Ghiaieti, risorgiva a lungo utilizzata dalle lavandaie del posto.

Per approfondire: